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Sabato 5 aprile 2025 si è svolta una nuova missione esplorativa nel Lago dello Svizzero, uno dei sifoni delle Grotte di Frasassi, a cura dello speleosub trentino Simone Villotti. L’operazione è stata resa possibile grazie al supporto del GSJ – Gruppo Speleologico Jesi – con Eugenio Grifoni, Giulia Bologna e Lorenzo Marcelloni, e al consolidato dream team composto da Manuel Crisostomi, Roberta Sperduti, Valeria Bertoldi e Alessio Lupattelli.

A documentare l’esplorazione, il talentuoso Andrea Moretti, accompagnato da Pietro Taddei, nel doppio ruolo di “uomo flash” e sherpa instancabile.

Il Lago dello Svizzero, già precedentemente esplorato e sagolato – “da qualcuno che sa il fatto suo”, come sottolinea Villotti – si trova lungo il percorso della traversata, a circa un’ora di cammino dall’ingresso del fiume (senza materiali speleosub).

Gli obiettivi della missione erano chiari:

•Esplorare eventuali tunnel o passaggi non ancora rilevati;

•Documentare la parte sommersa con riprese e fotografie;

•Raccogliere dati utili alla realizzazione di un rilievo condivisibile con la comunità speleologica.

Le osservazioni fatte durante l’immersione raccontano un ambiente sommerso privo di concrezioni, indizio significativo sul tipo di genesi del sifone. Il lago si sviluppa sott’acqua in due rami distinti: uno destro, che risale rapidamente in un camino; e uno sinistro, che prosegue con pendenza più dolce, ma acqua meno limpida. Il fondo è limaccioso, e l’acqua, sebbene sulfurea, resta sorprendentemente trasparente – almeno fino alla parte terminale del ramo sinistro.

All’interno del Lago dello Svizzero sono inoltre presenti alcuni sensori posizionati dalla Federazione Speleologica Marchigiana, nell’ambito di un’indagine scientifica sulla presenza ed entità di effetti mareali nelle acque ipogee. Il progetto, coordinato da Piero Dal Tio (Ph.D. – Gruppo Speleologico Vittorio Veneto, CAI Vittorio Veneto), Donato Pupillo (I.N.S. – Speleo Club Valceresio, CAI Gavirate), Giuseppe Priolo (Presidente C.C.S.T. – Gruppo Grotte Catania, CAI Sezione dell’Etna) e Roberto Faggian (I.S. – Unione Speleologica Pordenonese, CAI Pordenone), rappresenta un importante contributo alla comprensione dei complessi fenomeni idrogeologici che interessano questi ambienti.

Attualmente stiamo lavorando al rilievo e attendiamo con trepidazione di vedere le straordinarie immagini catturate da Andrea Moretti. A breve riprenderemo le esplorazioni in altri specchi d’acqua, con il medesimo obiettivo: cercare, documentare e condividere.

Un grazie sincero a tutto il team: è solo grazie al lavoro, alla passione e al supporto di ciascuno che queste immersioni diventano possibili.

Stay tuned

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